Coinvolta in prima linea nel sequestro di Aldo Moro, è morta a 72 anni Anna Laura Braghetti, il cui libro ispirò Marco Bellocchio per Buongiorno Notte.
Anna Laura Braghetti, ex terrorista delle Brigate Rosse e protagonista in prima linea di uno dei capitoli più drammatici della storia repubblicana, ovvero il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro, è morta nella mattinata di oggi a Roma. Aveva 72 anni ed era stata la moglie del compagno di lotta Prospero Gallinari, sposato durante la detenzione, ma dal quale si separò non molto tempo dopo. Si tratta di una figura chiave della lotta armata in Italia.

Infatti, Anna Laura Braghetti viene ricordata come la carceriera di Aldo Moro, perché 20 anni dopo quei drammatici fatti che hanno segnato per sempre la storia del nostro Paese, insieme a Paola Tavella, scrisse un libro, una sorta di memoriale di quei 55 giorni, dal titolo Il prigioniero. A quel racconto molto intenso, con un finale onirico, si è poi ispirato Marco Bellocchio per uno dei suoi film più famosi: Buongiorno Notte, in cui la terrorista ha il volto di Maya Sansa.
Il coinvolgimento di Anna Laura Braghetti nel caso Moro
Nata a Roma il 3 agosto 1953, Anna Laura Braghetti aderì alla colonna romana delle Brigate Rosse negli anni Settanta, in un contesto di violenza politica che insanguinava l’Italia: non aveva neanche 25 anni, del resto, quando si trovò direttamente coinvolta nel sequestro di Aldo Moro, avvenuto il 16 marzo 1978 con la strage di Via Fani contro la sua scorta, e conclusosi come ben noto col ritrovamento del cadavere dello statista democristiano, in Via Caetani, il 9 maggio dello stesso anno.

Durante quei 55 giorni di rapimento, Aldo Moro venne tenuto sequestrato in un appartamento di Via Montalcini, il cui contratto di locazione era intestato proprio ad Anna Laura Braghetti. In quella casa, la brigatista rossa recitava la parte della fidanzata di un fantomatico “ingegner Altobelli”, che non era altro che l’identità di copertura che si era dato il brigatista Germano Maccari, per non destare sospetti tra i vicini.
Gli altri fatti di sangue, l’arresto e l’impegno dentro e fuori dal carcere di Anna Laura Braghetti
Oltre che nel sequestro e uccisione di Aldo Moro, la terrorista fu coinvolta anche in altri fatti tragici: il 3 maggio 1979 prese parte alla sparatoria di piazza Nicosia, a Roma, durante un attacco alla sede della Democrazia Cristiana, nel quale morirono gli agenti di polizia Antonio Mea e Piero Ollanu; il 12 febbraio 1980 era nel commando di brigatisti che uccise Vittorio Bachelet, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura e docente universitario, nei corridoi della Sapienza.

La sua latitanza era poi terminata a maggio dello stesso anno e dopo l’arresto subì i processi e l’ergastolo, di fatto non chiedendo mai sconti di pena. Dopo oltre vent’anni di carcere, le è stata concessa la libertà condizionale e da allora si è impegnata nel sociale, così come ha sempre lottato per i diritti dei detenuti, tanto che a metà anni Novanta, insieme a Francesca Mambro, ex terrorista di opposta fazione, scrisse Nel cerchio della prigione.





